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Papato e Impero nel XVI secolo

Nel corso del Basso Medioevo, e sempre più nel corso del Quattrocento, la Chiesa era stata criticata a causa della corruzione di molti dei suoi esponenti.

Ogni protesta però era spesso stata definita eresia, le eresie venivano poi represse ogni volta dalla Chiesa.

L’apice di questo movimento si può individuare nella protesta di Martin Lutero che porterà alla Riforma protestante.  

Il mondo cristiano, dopo la scissione del 1054 vive una nuova spaccatura, che divide l’Europa e che dà origine a violenti sanguinosi conflitti.

Nel 1054 i cristiani di Oriente si erano separati da quelli di Occidente, dando vita alla  scissione divenuta famosa con il nome di scisma d’Oriente https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Partition_of_the_Roman_Empire_in_395_AD.png

Se la scissione dell’XI secolo era stata fatta tra popoli di cultura diversa (romani e bizantini) quella del XVI secolo interessa popolazioni con cultura e tradizioni molto simili.

Inoltre è importante ricordare che la protesta in ambito religioso non riguarda solo l’aspetto religioso ma anche quello politico.

Francia e Inghilterra, i moderni Stati nazionali, non vedevano di buon occhio le ingerenze del papato nella loro politica e sarebbero stati ben felici di vedere limitata  l’autorità della Chiesa

La situazione all’interno dell’Impero era ancora più grave: infatti i principi tedeschi non sopportavano più che l’Imperatore limitasse la loro autonomia.

Nel Cinquecento l’imperatore Carlo V era molto legato alla Chiesa di Roma. Era quindi naturale collegare l’insofferenza verso l’imperatore a quella contro il papa. Inoltre i principi tedeschi non comprendevano perché tante imposte dovessero essere inviate a Roma, alla corte papale.

La corruzione del clero

Mentre la curia romana era interessata solo a rimpinguare le sue tasche, un crescente numero di fedeli guardava alla chiesa con dubbi e perplessità di ogni genere.

Molti esponenti del clero avevano poca conoscenza delle questioni della dottrina cristiana e molti non rispettavano l’obbligo del celibato.

La Chiesa aveva immense proprietà terriere; una parte dei proventi di tali terre serviva per il mantenimento di scuole e ospedali, ma una ingente parte veniva usata per garantire il lusso agli esponenti del clero.

Questo comportamento dava scandalo.

Molte voci si levarono contro la corruzione della Chiesa. ma la Chiesa non ascoltò le critiche in quanto si riteneva l’unica depositaria del messaggio di Cristo. Pertanto quando qualcuno osava chiedere di limitare il potere del papa, la Chiesa lo puniva con la scomunica.

I predicatori che sollecitavano un cambiamento verso la moralizzazione della chiesa vennero considerati eretici. Molti finirono addirittura sul rogo.

A tale scopo era stato istituito il Tribunale dell’Inquisizione che aveva lo scopo di condannare gli eretici e tutto coloro che si mettevano contro la Chiesa. Il Tribunale condannava le persone alla tortura e riusciva così ad estrorece delle assurde confessioni.

La caccia alle streghe
In questo periodo si era diffuso un clima di intolleranza dal quale si sviluppò anche la caccia alle streghe.
Migliaia furono le donen accusate di stregonerie e messe al rogo.
Non è un caso che le streghe fossero soprattutto donne: le donne erano infatti ritenute naturalmente poco intelligenti e cattive, preda facile per il demonio.
Si riteneva che le streghe avessero poteri malefici: potevano causare piccoli incidenti quotidiani e anche grandi calamità naturali.
Si pensava che di notte si incontrassero alla luna e invocassero la forza di Satana.
Per finire sul rogo una donna poteva essere:
– sola e indifesa (orfana, vedova, anziana)
– emarginata dalla società
– troppo bella e quindi pericolosamente seduttiva,
– troppo brutta e quindi figlia di satana,
– sapiente,
– esperta delle proprietà benefiche delle erbe medicinali.

Tutte le donne che appartenevano a una di questa categorie rischiavano di finire sul rogo.
Si pensava inoltre che le streghe potessero nascondersi sotto sembianze di animali come il cane o il gatto, il coniglio o il topo).
I motivi per cui si accusava una donna di stregoneria erano vari: paure incontrollate, dicerie, interessi personali.

Un processo contro una strega non aveva bisogno di testimoni: bastava il semplice sospetto o una denuncia anonima.
Quando veniva fatto il nome di una donna al tribunale dell’Inquisizione, questa veniva convocata, interrogata e interrogata sotto tortura. Qualsiaso cosa detta sotto tortura era sufficiente per condannarla al rogo.
Xilografia del 1489 – raffigura due streghe che stanno compiendo un sortilegio e una strega sul rogo

L’insofferenza dei principi tedeschi

In Europa i sovrani di Francia, Spagna, Inghilterra e i principi dei vari principati germanici volevano limitare l’autorità di Roma nell’ambito delle attività spirituali.

Soprattutto i principi tedeschi non sopportavano più l’autorità e il potere di Roma per due motivi:

  • molti feudi germanici erano sottoposti direttamente all’autorità ecclesiastica e non erano quindi sottoil controllo delle amministrazioni locali.
  • i principi tedeschi volevano sottrarsi al controllo dell’imperatore.

All’inizio del Cinquecento inoltre l’imperatore Carlo V di Asburgo voleva riunire sotto la sua autorità l’intero territorio germanico. Il suo progetto prevedeva che il suo potere fosse legato al papato: voleva infatti creare un impero universale contando sull’alleanza del papato.

Per questo i principi tedeschi in iziarono a diventare insofferenti verso entrambe le istituzioni.

Nuove tasse

Dalla Germania si guardava con diffidenza la corte pontificia anche per motivi economici. La Chiesa infatti continuava ad aumentare tasse e tributi, in un momento in cui i principi tedeschi avevano bisogno di liquidità per affrontare spese amministrative e militari.

Clero corrotto

Molte voci si alzavano per richiedere un rinnovamento spirituale e morale della Chiesa e del Clero. Inoltre era sempre più evidente che un crescente numero di fedeli nutriva dubbi e perplessità sulla moralità del clero. Era evidente che molti obblighi come il celibato ecclesiastico fosse apertamente trasgredito.

Inoltre la Chiesa aveva inEuropa immense proprietà terriere. Con le rendite di tali fondi la chiesa avrebbe dovuto fornire l’assistenza ai poveri e ai malati. Ma era invece evidente che una parte del clero utilizzava le somme ricavate per vivere nel lusso.

Questi comportamenti davano grave scandalo.

Inoltre molti vescovi e abati vivevano presso le corti europee invece che risiedere nelle loro diocesi: riscuotevano le rendite delle proprietà e … si godevano la vita.

La vendita delle indulgenze

Uno dei più gravi scandali fu quello della vendita, da parte del clero, dei sacramenti e dei mezzi di salvezza.

La Chiesa approfittava di ogni cosa per accumulare denaro. SI inventò la vendita delle indulgenze.

Si chiedeva, ai fedeli, un contributo in denaro per favorire il transito delle anime, dei loro defunti, dal Purgatorio al Paradiso.

Il motto suonava più o meno così:

Quando la moneta tintinna nella cassetta l’anima vola in cielo benedetta.

Questa pratica era nata al tempo delle Crociate, quando il papa – per convincere i cristiani a combattere Terrasanta –, concedeva l’indulgenza che avrebbe annullato, almeno in parte, le pene previste nell’aldilà.

La trovata fu ritenuta così “furba” che venne utilizzata sempre più per garantire ulteriori entrate alla chiesa.

Con questo denaro si costruivano ospedali, ponti, cattedrali, opere pubbliche.

Ma questa pratica che la chiesa amava finiva per mettere in difficoltà gli stati: infatti i contadini venivano spremuti da tasse infintie che li riducevano sul lastrico; dovevano già pagare

  • le imposte al re,
  • i canoni ai signori,
  • le decime alla chiesa.

Le indulgenze erano un’ulteriore fattore di impoverimento.

Inoltre era evidente che tali somme venivano utilizzate solo per aumentare lo sfarzo e il lusso della corte pontificia.

Gli intellettuali richiedono nuovi costumi

Per queste ragioni molti intellettuali iniziano a chiedere a gran voce una radicale riforma morale: si chiede un ritorno alla semplicità e alla povertà predicate nei vangeli, valori che erano stati alla base della diffusione del Cristianesimo.

Martin Lutero

Una voce più forte delle altre si eleva all’inizio del Cinquecento. Nel 1511 il monaco agostiniano tedesco Martin Lutero (1483-1545), professore all’università di Wittenberg si era recato a Roma ed era rimasto impressionato dallo sfarzo e dalla mondanità che riempiva la Curia papale. Tornato in patria aveva inizaito a cercare nelle Sacre Scritture di risolvere i dubbi che lo tormentavano.

Aveva concluso che la natura dell’uomo fosse volta al male. Riteneva che l’uomo non avesse la forza di elevarsi dalla sua condizione, ma si persuase che, invece, Dio, nella sua immensa bontà, potesse salvare l’uomo.

Crebbe quindi la sfiducia di Lutero nei confronti delle pratiche religiose stabilite dalla Chiesa per cancellare i peccati e si definì la convinzione che fosse necessario affidarsi a Dio, «Sommo Creatore dell’Universo». L’unica cosa che poteva fare l’uomo era cercare di comprendere la volontà di Dio attraverso la lettura diretta dei testi sacri.

Le 95 tesi

Il 31 ottobre del 1517 Martin Lutero affisse sula porta della chiesa di Wittenberg. un testo che riportava 95 tesi (cioè affermazioni).

Lutero voleva far conoscere le sue nuove teorie da discutere pubblicamente.

In quel momento di grave tensione religiosa questa iniziativa ebbe una vasta risonanza. Anche grazie alla nuova invenzione della stampa il testo di Lutero si diffuse velocemente in tutta la Germania. Lutero divenne ben presto, agli occhi del popolo e dei principi tedeschi, una specie di eroe nazionale, disposto a sfidare anche l’autorità di Roma.

I cardini del pensiero di Martin Lutero

I principi fondamentali della dottrina di Lutero erano tre:
il principio del “libero esame”: la verità sta solo nelle Sacre Scritture e ogni fedele ha il diritto di leggere le sScritture e interpretarle liberamente; il luteranesimo non ritiene necessarie le interpretazioni ufficiali della Chiesa;
il principio della salvazione per mezzo della sola fede: il potere della fede permette all’uomo di essere salvato. Non servono le pratiche religiose stabilite dalla Chiesa come digiuni o penitenze, pellegrinaggi o culto delle reliquie, non serve sicuramente il denaro per salvare un’anima. Solo Dio concede la Salvezza.
il rifiuto della Chiesa come organismo immutabile. La chiesa non può pensare di essere immutabile, ma deve evolvere assieme all’uomo e alle sue istituzioni. Per Lutero la Chiesa deve essere sottomessa al potere dello Stato.

Praticamente Lutero

  • rifiuta l’autorità ecclesiastica come interprete delle Sacre Scritture,
  • nega la validità del sacerdozio.
  • rifiuta 5 dei 7 sacramenti riconoscendo solo quelli che sono stati istituiti da Cristo cioè il Battesimo e l’Eucarestia;
  • respinge ogni distinzione fra laici e sacerdoti.

La scomunica di Lutero

Il papa Leone X provò a intervenire per far ragionare Lutero e riportarlo verso la dottrina tradizionale della Chiesa. Scrisse quindi un documento a Martin Lutero il quale pensò bene di bruciare, sulla pubblica piazza, il documento del papa. L’affronto di Lutero gli valse quindi la scomunica. Ma questa scomunica non fece altro che dare nuova visibilità e risonanza alla protesta luterana.

Il libero esame

Le idee di Lutero si diffusero rapidamente. Sicuramente un gran merito fu del principio del “libero esame” delle Sacre Scritture.

Questo principio permetteva infatti di liberarsi dalle interpretazioni ufficiali della Chiesa.

Ma restavano due difficoltà:
• i testi sacri erano comunque in latino e pochi avevano quindi accesso ad essi. Per questo Lutero decise di tradurre in tedesco la Bibbia [questa scelta di Lutero è da considerarsi molto importante per l‘unificazione della lingua tedesca in Germania];
• in Germania, come nel resto d’Europa la popolazione era analfabeta; per questo venne fatta un’intensa propaganda affinché tutti fossero messi in condizione di saper leggere e scrivere [questa determinazione porterà allo sviluppo della cultura tedesca prima che in altre parti d’Europa].

Le rivolte contadine

La predicazione di Lutero ebbe diverse interpretazioni che scatenarono moti rivoluzionari.

La società del Cinquecento era profondamente ingiusta in tutta Europa.

Pochi godevano di vantaggi e molti pagavano per il benessere dei pochi. Questo era in contraddizione con i principi evangelici di uguaglianza e di fratellanza.

Dopo la protesta di Lutero, molti contadini, afflitti dalla crisi economica in in atto, interpretarono le idee luterane in modo diverso dalle intenzioni di Lutero. Sotto la guida di Tommaso Müntzer (1490-1525) iniziarono a combattere contro i principi locali per avere condizioni migliori di vita.

I contadini però diedero origine a un’ondata di inaudita violenza: vennero assaltate chiese, conventi e castelli. L’obiettivo dei manifestanti era quello di ridistribuire la ricchezza secondo un moderno principio di uguaglianza. Ma la ribellione non fu approvata neppure da Lutero che prese le distanze dal movimento e incitò i principi a soffocare la rivolta.
Fu un massacro: 100.000 contadini, e lo stesso Müntzer, furono uccisi senza pietà il 15 maggio 1525.

Il sostegno dei principi tedeschi

Mentre la Chiesa cercava di limitare al diffusione delle idee luterane, nei principati germanici molti principi tedeschi presero le parti di Lutero e si posero contro la Chiesa di Roma.

I principi presero l’occasione che il monaco agostiniano gli offriva di prendere le distanze da una Chiesa corrotta che sapeva solo sfruttare i suoi fedeli.

Carlo V

L’imperatore Carlo V, imperatore di mezzo mondo, decise di sostenere la Chiesa di Roma contro Lutero.

Lui, cattolico di tradizione e di scelta, condannò la dottrina luterana e invitò principi e città a prendere distanza dal riformatore.

Ma quando lui prese chiaramente posizione, anche alcuni principi tedeschi che rappresentavano 14 città di area germanica, si riunirono a Spira per protestare contro la prepotenza imperiale in nome della libertà religiosa.

Da questo momento si utilizzò il termine protestanti che venne poi esteso a tutto il movimento di opposizione alla Chiesa di Roma.

Iniziarono così una serie di conflitti che insanguinarono l’Europa.

Quando però l’imperatore si rese conto che gli scontri avevano provocato solo molti morti da ambo le parti e nessun accordo era stato raggiunto, nel 1555, imperatore e protestanti firmarono la pace di Augusta.

Con essa si concedeva il diritto di professare sia la religione cattolica che quella definita protestante.