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Teatro nell’antica Grecia

Nell’antica Grecia due erano i generi teatrali che venivano praticati: la commedia e la tragedia.

La commedia è il genere teatrale caratterizzato da un registro leggero e da lieto fine. I temi trattati venivano sempre mutuati dalla realtà quotidiana. Le commedie avevano come scopo quello di divertire e di intrattenere.

La tragedia invece è un genere teatrale caratterizzato da tono molto elevato e grave. Nelle tragedie si presentano eventi luttuosi o estremamente violenti. La tragedia nasce per consentire all’uomo di rielaborare i propri conflitti, tanto che la visione delle tragedie ha effetto catartico, purificatorio: la visione delle tragedie agisce sullo spirito degli spettatori. Le vicende narrate diventano accettabili solo perché proiettate nella dimensione del mito.

Sia la tragedia che la commedia dovevano rispettare tre parametri:

  • unità di tempo – l’azione narrata doveva svolgersi in un’unica giornata dall’alba al tramonto
  • unità di luogo – l’azione narrata doveva svolgersi in un luogo unico, nel quale i personaggi agissero o raccontassero le vicende accadute. Nella tragedia greca spesso le azioni non vengono agite, ma soltanto riferite o raccontate sulla scena.
  • unità di azione: il dramma doveva comprendere un’unica azione, con l’esclusione quindi di trame secondarie o successivi sviluppi della stessa vicenda.

Teatro nell’antica Roma

Roma invece preferisce la spettacolarità di massa, organizza giochi circensi con i gladiatori (che furono aboliti nel 404 d. C.), battaglie di navi e corse di carri, venationes cioè battute di caccia (anche queste abolite nel 523 d. C.).

Il teatro medievale  

La cultura medievale, permeata di religiosità, considera lo spettacolo teatrale come l’espressione del teatro pagano, una pratica da estirpare. Utilizza quindi il teatro solo per rappresentare i momenti sacri. Una di queste rappresentazioni mette in scena la passione e la morte di Cristo. Questo avvenne prima nelle chiese, poi sul sagrato e quindi nelle piazze. Un’altra manifestazione del teatro medievale sono i drammi sacri, le narrazioni bibliche e le Via Crucis.

Se guardiamo al teatro profano troviamo le atellane che sono rappresentazioni di matrice latina, a tema agreste, di carattere comico, carnale, talvolta brutale. Vengono rappresentati aspetti del mondo contadino e vengono messe in scena risse, truffe, effetti di ingordigia e di fame atavica, fantasmagoriche prestazioni sessuali, tutto al fine di suscitare la comicità anche attraverso la rappresentazione di oscenità.

Un altro tipo di teatro è costituito dal mimo, una rappresentazione nella quale non si fa uso delle parole, in cui la comunicazione viene lasciata solo ai movimenti del corpo. Il mimo è affidato a mimi, addestratori di animali, danzatori e acrobati, ad istrioni. Uno dei grandi istrioni del nostro tempo è stato Dario Fo, che ha portato a noi le eredità del teatro medievale.

Dario Fò

Opera buffa, versione integrale https://www.youtube.com/watch?v=9EdIFECzTVE

Bonifacio VIII  https://www.youtube.com/watch?v=ckvKmLhMsUw

Resurrezione di Lazzaro  https://www.youtube.com/watch?v=gKdKu8h-NXg

Il teatro moderno

Il teatro moderno si sviluppa in Europa a partire dal Cinquecento. Nel corso del secolo si riaffermano le tre unità aristoteliche assunte come canoni della perfezione dell’arte drammaturgica: l’unità di luogo, di tempo e di azione.

I generi del teatro sono:

  • commedia,
  • tragedia (recitazione musica canto e danza),
  • melodramma (recitazione e canto – tema mitologico o epico),
  • opera buffa,
  • tragicommedia (sviluppo tragico e lieto fine),
  • dramma pastorale (intrecci romanzeschi di ambientazione bucolica).

La committenza in Italia

I Principati, le corti sono i centri propulsivi dell’innovazione culturale italiana. Le famiglie potenti, nel corso dell’età moderna, vogliono mostrare la loro grandezza e il loro potere anche attraverso l’arte e la cultura. Gli Este a Ferrara, i Gonzaga a Mantova, i Montefeltro e il Papato si circondano di intellettuali e artisti e commissionano opere teatrali che vengono rappresentate nei cortili o nelle sale dei palazzi. Le scenografie creano città finte, ideali, dipinte. Un esempio su tutte è la Mandragola, commedia di Machiavelli.

La commedia dell’arte

Il 25 febbraio 1525 a Padova un gruppo di attori e attrici costituiscono la Fraternal compagnia con l’obiettivo di “recitar commedie di loco in loco per guadagnar denaro”. A questo atto si fa risalire la nascita della commedia dell’arte.

Origine del nome

La parola commedia designa una vicenda a lieto fine, a tema comico, quindi un’opera buffa. La parola arte ha il significato di professione, mestiere, lavoro; si tratta quindi di un’opera di ingegno. Il termine designa l’insieme di quanti esercitano tale professione. Quindi Commedia dell’arte significa Commedia di professionisti.

La loro arte è quindi un lavoro e questi attori sono dei professionisti. Recitano senza il sostegno di un Principe, cercano lavoro in giro, attraggono il pubblico, devono incuriosirlo, conquistarlo e convincerlo a pagare il biglietto. Hanno bisogno di trovare consenso e devono avere abilità teatrale, vocale e fisica. Gli spettacoli che organizzavano avevano una durata di circa tre ore.

La commedia dell’arte è una rappresentazione basata su canovacci detti anche scenari e non quindi su testi scritti.

Canovaccio: è costituito dalla traccia dell’intreccio che va rappresentato, registra gli elementi di base della trama e ne determina, in maniera generica, lo svolgimento. Ma non entra nel dettaglio delle singole scene. Il canovaccio fornisce solo la traccia sulla quale gli attori improvvisavano. Funge quindi solo da promemoria.

Viene realizzata all’aperto, con scenografia fatta di pochi oggetti. Le compagnie sono formate una decina di persone, in cui solitamente ci sono otto uomini e due donne. La presenza delle donne sul palcoscenico è una novità, infatti le donne non erano mai salite su un palcoscenico fino ad allora. Ogni ruolo veniva interpretato dagli uomini.

Le compagne dell’arte dispongono solitamente di un vasto bagaglio di canovacci, adatti alle loro potenzialità. Gli attori improvvisano i loro lazzi e realizzano dialoghi e scenette comiche, atti o motti buffoneschi, spesso sguaiati di carattere mimico. Si tratta di scenette ben collaudate che fanno parte del personale repertorio degli attori, predisposte per interrompere la monotonia del dialogo.

Lazzi: breve scena di carattere mimico, predisposta nel canovaccio, per interrompere la monotonia del dialogo.

Questa commedia all’estero era conosciuta come “Commedia italiana”.

Le maschere della commedia dell’arte

Arlecchino

È un servo furbo e sciocco, un ladruncolo, bugiardo e imbroglione, in perenne conflitto col padrone. È costantemente preoccupato di racimolare il denaro anche perché è sempre insaziabilmente affamato. La maschera è di origine bergamasca. Il suo costume prima prevedeva una calzamaglia rattoppata, poi un abito multicolore, con motivo a losanghe.

Pulcinella

È una maschera che proviene dalla tradizione meridionale che nasce nel Seicento. Il suo abito è costituito da un ampio camicione bianco, con cintura nera tenuta bassa e i calzoni cadenti. La maschera è nera, glabra, con occhi piccoli e naso adunco. La voce ha una caratteristica tonalità stridula. Pulcinella è un servo sciocco e insensato, anche se talvolta può essere arguto e di buon senso. È vitale, inquieto, triste, pronto a stupirsi delle cose del mondo.

Pantalone

È una maschera veneziana; il suo costume prevede lunghi pantaloni neri attillati, una giubba rossa, una lunga zimarra nera, le pantofole. Sul viso porta una maschera dal lungo naso a becco. Al fianco sono appesi un corto spadino e una borsa per i denari. Di carattere vitale e sensuale è la caricatura del mercante veneziano, mediamente anziano sempre attratto dalle grazie delle giovani donne. Per questo si trova spesso in conflitto con i giovani.

Colombina

È la più famosa fra le servette; il suo costume è costituito da un semplice abito cittadino, di colore chiaro, un grembiule colorato e una cuffietta portata di traverso. Il carattere è quello di una giovane arguta, dalla parola facile e maliziosa, mai protagonista nella commedia, ma parte importante nell’economia dello spettacolo perché si rivela abile a risolvere con destrezza situazioni intricate.

Maggiori esponenti del teatro in Europa

William Shakespeare e il teatro nell’età elisabettiana

William Shakespeare è il più importante commediografo e poeta dell’età di Elisabella I. Lui scrive commedie e tragedie nelle quali trascura le regole aristoteliche, quelle che esigevano l’unità di tempo, di luogo e di azione. Il suo lavoro ottiene grande consenso di pubblico ma anche attacchi da moralisti «puritani».

Tratti biografici

William Shakespeare è un poeta e drammaturgo inglese. Nasce a Stratford-upon-Avon nel 1564. È considerato dalla critica come una delle più grandi personalità della letteratura di ogni tempo e di ogni paese ed è uno degli esponenti principali del rinascimento inglese. Sulla vita di Shakespeare si sa ben poco. Oltre a mancare dati certi sulla sua vita, circolano innumerevoli aneddoti intorno alla sua figura, che sono senza fondamento. Poche dunque le notizie certe a cui sono giunti gli storici.

La sua famiglia apparteneva alla classe benestante inglese. Il padre era una un facoltoso mercante mentre la madre apparteneva alla piccola nobiltà terriera. Nel 1582 lo scrittore sposa Anne Hathaway, bella ragazza di umili origini, proveniente da una famiglia contadina. Anne darà al drammaturgo ben tre figli di cui gli ultimi due gemelli. William dedica anima a corpo all’attività di attore, ne scrive anche i testi, tanto che dopo qualche anno può già vantare una cospicua produzione. Trasferitosi a Londra, nel giro di qualche tempo si conquista una discreta fama.

Le sue opere teatrali sono inizialmente poco apprezzate dal pubblico, mentre i suoi sonetti godono di grande considerazione. La sua fama è oggi legata soprattutto alle 38 opere teatrali da lui composte nell’arco della sua fulgida carriera. Conquistato un certo benessere, a partire dal 1608 Shakespeare diminuì dunque il suo impegno teatrale; sembra che trascorresse periodi sempre più lunghi a Stratford, dove acquistò un’imponente casa, New Place, e divenne un cittadino rispettato della comunità. Morì il 23 aprile 1616 e fu sepolto nella chiesa di Stratford.

Opere di Shakespeare

Tra le opere più famose:

Il teatro nel quale vengono rappresentate le sue opere è il Golden Globe Theatre.

https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FShakespeare%2527s_Globe&psig=AOvVaw28I2dmo15NId3bKqeVCD0f&ust=1602242654991000&source=images&cd=vfe&ved=0CAIQjRxqFwoTCIifl57xpOwCFQAAAAAdAAAAABAD
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/91/The_Globe_Theatre%2C_Panorama_Innenraum%2C_London.jpg/660px-The_Globe_Theatre%2C_Panorama_Innenraum%2C_London.jpg

Video sulla vita di Shakespeare

In Francia – Molière e il trionfo della commedia

Molière è stato il commediografo che ha rinnovato il teatro popolare francese.

Drammaturgo e attore teatrale francese, il vero nome di Molière è Jean-Baptiste Poquelin. Nasce a Parigi il 15 gennaio 1622, suo padre Jean era un tappezziere, artigiano di classe agiata, sua madre morì quando lui aveva solamente dieci anni.

La sua infanzia è segnata da lutti ed inquietudini. Da ragazzo entra in contatto col mondo teatrale grazie alla passione trasmessagli dal nonno materno. Frequenta scuole di prestigio, studia presso i gesuiti dove impara la filosofia, il latino e l’uso della retorica. Nel 1641 diviene avvocato ma la sua passione per il teatro lo porta ad entrare in una compagnia teatrale. Così inizia a girare la Francia, conosce i copioni della tradizione e li rielabora per scrivere le sue commedie. Torna a Parigi e recita davanti alla corte. Ottiene protezione del fratello del Re e la possibilità di usare la sala di un antico albergo parigino collocato a fianco del Louvre, successivamente ottiene l’utilizzo di una sala del Palazzo reale. Qui mette in scena alcuni dei suoi più grandi successi.

Molière accosta vivacità intrecci a dialoghi brillanti, disegna caratteri realistici, complessi e moderni e fa satira sociale. Infatti mostra i vizi del tempo e assume atteggiamento anticonformistico. Nelle sue opere cerca il realismo tanto che il teatro diventa lo specchio della società.

Molière muore di tubercolosi il 17 febbraio 1673 mentre recita “Il malato immaginario”; prima di morire aveva recitato a fatica, coprendosi la tosse – si dice – con una risata forzata. Da questa circostanza pare sia nata la superstizione di non indossare il giallo in scena, in quanto Molière indossava un abito proprio dello stesso colore.

Mentre era in vita l’Accademia di Francia non accettò mai Molière tra gli immortali, perché il commediante, ancora definito guitto, attore, quindi era considerato culturalmente inferiore. L’Accademia avrebbe riparato in seguito dedicandogli una statua con l’iscrizione “Nulla mancò alla sua gloria, Egli mancò alla nostra”.

Molière può essere considerato a tutti gli effetti il precursore di quel rinnovamento teatrale che comincerà ad esprimersi compiutamente solo un secolo dopo, con Carlo Goldoni, fino a raggiungere la piena maturità nel teatro di Anton Cechov. Anche l’italiano Dario Fo indicherà Molière tra i suoi maestri e modelli.

Opere di Molière

La scuola delle mogli – Si tratta di una commedia in cui si discute sull’educazione da impartire alle fanciulle per renderle mogli fedeli, che gli attira tantissime polemiche-

Tartufo – in cui si fa beffe dell’ipocrisia religiosa. La commedia viene interdetta dal re e l’arcivescovo proibisce ai francesi di leggerla

L’avaro – racconta la vicenda di un padre avaro e delle sue manovre per non dare nulla i figli. Film bianco e nero – www.youtube.com/watch?v=l07vdzk4JQk. Opera teatrale – www.youtube.com/watch?v=gNgEDDx1e6E

Il malato immaginario – Protagonista un autoritario ipocondriaco       www.youtube.com/watch?v=0uxModwxM6E

Molière morirà proprio durante l’interpretazione di questo dramma il 17 febbraio 1673

I comici dell’arte al tempo di Goldoni

La commedia dell’arte, ai tempi di Goldoni è, a suo avviso degenerata. Si tratta di attori professionisti che recitano nelle commedie dell’arte. Ma nel corso del tempo sono diventati sempre più volgari e sono quindi sempre meno adatti alla sensibilità borghese.

Fonti

https://biografieonline.it/biografia-shakespeare

https://biografieonline.it/biografia-moliere

http://www.treccani.it/enciclopedia/

https://library.weschool.com/

Magri, Vittorini, Tre, Storia e testi della letteratura, Paravia