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Mamma mia, che paura!

Quante volte ci siamo bloccati per la paura?

E quante paure popolano il nostro mondo di oggi? La pandemia, la guerra, la mancanza di acqua, i cambiamenti climatici, l’aumento delle bollette … sono solo le prime che mi vengono in mente. Ma oltre alle paure che condividiamo col mondo, ci sono tutte quelle personali che riguardano la nostra persona o i nostri affetti.

E quando la paura è forte rischiamo di esserne schiacciati. E la paura, se non gestita, ha il potere di bloccarci, di paralizzarci. 

Innanzitutto ci tengo a precisare che la paura, come tutte le emozioni, è preziosa e importante e non va assolutamente demonizzata.

La paura appartiene a quelle emozioni che non siamo contenti di vivere, ma anch’essa, come tutte le emozioni, è utille e preziosa. Infatti anche la paura si accende dentro di noi con lo scopo di salvarci la vita. Quando uno scalatore affronta le sue sfide ha bisogno di avere al suo fianco la paura per essere certo di tornare a casa sano e salvo. Si perché chi è consapevole di correre dei rischi, lo sa perché la paura glieli mostra; in questo modo può prendere tutte le precauzioni necessarie per la propria salvaguardia.

È questo il motivo per cui una mamma deve stare molto attenta a quello che fa il suo bambino piccolo, perché non conosce ancora la paura e i rischi che potrebbe correre.

Ma quando prendiamo a braccetto la paura, quando la facciamo nostra alleata, questa si trasforma in prudenza; quando invece ci facciamo travolgere da essa ci troviamo bloccati, paralizzati. Infatti la paura è un’emozione bloccante che ci impedisce di camminare: è come se i nostri piedi fosssero legati la una fune che ci lascia solo un mimnimo movimento.

Anche Dante Alighieri nella Divina Commedia ha avuto spesso paura; quando era nell’infermo si è trovato più volte a temere per la sua incolumità.

Lui era un uomo, in carne ed ossa e viaggiava tra le anime dei dannati e, se avesse messo un piede nel posto sbagliato, ad esempio se avesse pestato il sabbione ardente, i suoi piedi si sarebbero ustionati.

Tutte le volte che Dante si è trovato di fronte all paura, ha avuto l’aiuto di qualcuno.

Sto parlando di Virgilio. Publio Virgilio Marone, grande poeta della romanità e autore dell’Eneide, il celebre poema che canta le imprese di Enea e le nobili origini di Roma, èla sua guida, il suo maestro, il suo sostegno.

È Virgilio che lo allontana dalle tre fiere che lo stanno minacciando nella selva oscura, è sempre Virgilio che lo incoraggia quando Dante teme di non farcela. Virgilio lo aiuta nella salita, lo regge nella discesa, lo portas quando la strada è troppo impervia e lo protegge dalla pungente coda del mostro Gerione. Ma soprattutto è Virgilio che sa usare le parole giuste.
Il potere della parola è straordinario.

Virgilio sa usare parole che hanno il potere di infondere coraggio nel poeta per permettergli di superare le prove che si trova ad affrontare. Quando qualcuno ci dice le parole giuste noi possiamo trovare forza ed energia. E com’è possibile? Perché la rassicurazione funziona in quanto fa leva su un meccanismo della nostra mente. Mi spiego. Il nostro cervello comprende il linguaggio per immagini e non distingue tra quelle vere o finte.

Ti faccio un esempio.

Stai camminando per strada, in solitudine, di notte; all’improvviso un cane corre verso di te, abbaiando. Quale emozione si accende dentro di te?

Ovviamente la paura.

Ma se tu, una sera, ti siedi comodamente sul tuo divano, e, all’improvviso il protagonista che sta camminando da solo in una strada buia, si vede davanti un cane ringhioso, tu, che sei seduto comodo, magari con la tua tisana in mano, provi ugualmente paura.

Perché ti viene paura anche se sei consapevole che non stai correndo alcun rischio?

proprio perché il nostro cervello comprende solo le immagini, ma non distingue tra un’immagine vera e una finta. A immagine simile, lui oppone emozione simile e reazione analoga.  

Questo meccanismo però non funziona solo nel male, ma anche con le emozioni positive.

Comprendiamo quindi il potere della rassicurazione.

Basta allora che noi cerchiamo qualcuno che sappia dirci le parole che anbbiamo bisogno di sentirci dire, in modo da ritrovare serenità e fiducia. A volte però accade che noi non abbiamo nessuno a cui chiedere, nessuna voce amica a disposizione.

E allora? cosa possiamo fare?

Dobbiamo restare paralizzati?

Assolutamente no.

Infatti possiamo sempre imbrogliare il nostro cervello. Se abbiamo bisogno di una voce, possiamo anche usare la nostra. Se io uso parole di rassicurazione e le dico a me stessa, magari mentre mi guardo allo specchio: il mio cervello vedrà un volto e sentirà parole che gli mandano un messaggio rassicurante e attiverà emozioni di serenità.

Provare per credere!