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Periodo storico e letterario

Gaspara Stampa è una scrittrice e poetessa italiana vissuta nel Rinascimento. La sua biografia ci parla di una donna che, nel Cinquecento, si rifiuta di sposarsi e che ha addirittura l’ardire di scrivere poesie d’amore.

Gaspara Stampa nasce a Padova tra il 1520 e il 1525.

La sua, è una delle più antiche e famose famiglie del Ducato di Milano, che però è ormai in decadenza.
Gaspara Stampa nasce a Padova dove il padre si dedica al commercio di gioielli, un’attività decisamente redditizia che permette alla famiglia di vivere nell’agio.
Oltre a papà Bartolomeo e mamma Cecilia Gaspara ha due fratelli: Baldassarre e Cassandra.

Quando Gaspara è ancora piccola, suo padre muore improvvisamente. La madre decide allora di lasciare Padova e di trasferirsi con la famiglia a Venezia, la sua città natale, per permettere ai figli di avere una vita e una formazione di alto livello, propria di ogni famiglia nobile.

A Venezia i tre rampolli possono dedicarsi allo studio delle lettere, grazie alle lezioni del loro precettore, uomo di ampia cultura e amico di grandi scrittori dell’epoca, come l’Aretino e il Tasso, e così i tre imparano a comporre canzoni e poesie, in latino e in italiano.

Inoltre viene assunto un musicista per insegnare, alle fanciulle, l’arte del canto e la pratica strumentale del liuto. La famiglia viene segnata da un altro lutto che lascerà le tre donne da sole: quando Baldassarre ha 19 anni muore in seguito ad una malattia, causando grande sofferenza nelle sorelle.

Gaspara Stampa cresce e diventa una donna bellissima, raffinata ed elegante, dotta e abile nel poetare.

Lei ama frequentare i  lussuosi salotti di Venezia, nei quali, nel Cinquecento in cui fioriscono tutte le arti. In particolare frequenta con assiduità il salotto di Domenico Venier, un letterato di spicco nel panorama culturale veneziano dell’epoca.

In quel contesto vivace, la forte personalità di Gaspara Stampa emerge con prepotenza: la sua bellezza abbaglia chi la vede, la sua perspicacia incanta chi parla con lei e il suo canto ammalia chi ha l’onore di ascoltarla.

Insomma Gaspara Stampa non passa mai inosservata, ovunque vada.

«Chi vide mai tal bellezza in altra parte? Chi tanta grazia? E chi mai sì dolci maniere? E chi mai sì soavi e dolci parole ascoltò? Chi mai sentì più alti concetti? Che dirò io di quell’angelica voce che qualora percuote l’aria de’ suoi divini accenti, fa tale e sì dolce armonia… le scrive Francesco Sansovino in una lettera.

Molti sono i corteggiatori che le dedicano la loro attenzione, ma lei ama di più scrivere versi d’amore, alla maniera del Petrarca e del Bembo, che pensare di accasarsi in qualche villa in laguna: è una pratica comune, in quell’epoca scrivere imitando Francesco Petrarca e anche i versi di gaspara Stampa vi si adeguano.

Quando però incontra Collalto di Collaltino, figlio di un feudatario trevigiano, l’amore travolge il suo cuore. Il giovane è un ottimo partito: è bello, istruito, ricco e lavora al servizio della Repubblica di Venezia. Se prima di incontrare lui le sue rime erano dedicate all’amore come sentimento ideale, la passione per Collalto permea, da quel giorno in poi, tutte le sue rime.

Gaspara Stampa si dà all’innamorato, anima e corpo. Addirittura sceglie, come pseudonimo, il nome Anassilla solo in onore suo. Infatti nelle terre di Collalto scorre il fiume Piave, che in latino si chiamava Anaxus.

La relazione tra i due, resiste nel tempo, ma mentre lei è molto coinvolta, lui appare sempre molto distaccato.

Se il mondo culturale veneziano apprezza sempre più le composizioni poetiche di Gaspara Stampa, Collalto non ne sembra per niente affascinato; accade addirittura che, un giorno, lui le chieda di scrivere dei versi, su commissione di un amico. Per quanto lei sia perdutamente innamorata di Collalto, questa richiesta è davvero eccessiva: l’evidente insensibilità di quell’uomo porta Gaspara Stampa a chiudere quella relazione, dopo tre anni.

Si dice che “chiodo schiaccia chiodo” e anche per Gaspara Stampa è così: poco dopo un nuovo innamoramento riempie le rime di Anassilla. Con Bartolomeo Zen si crea una profonda intesa affettiva e intellettuale che ridona serenità alla poetessa.

Ma nella primavera del 1554, Gaspara Stampa viene colpita da violente febbri; per due settimane soffre e lamenta forti dolori addominali che la portano, in pochi giorni, alla morte.

Periodo storico e letterario

Gaspara Stampa vive tutta la sua vita nella Venezia rinascimentale, una città complessa in cui si contrappongono ricchezza e miseria, cultura e inciviltà.

Venezia nel Cinquecento ha più di 150 mila abitanti, è a capo di un territorio molto vasto, sulla terra e sul mare, e ancora non soffre del cambio di prospettive causato dalla scoperta del Nuovo Mondo.

Le terre di Venezia si estendono tra l’Adda e l’Isonzo, mentre la Repubblica controlla le isole della Dalmazia, le Ionie, Creta e le Cicladi.

Il Cinquecento è il secolo del Rinascimento, un movimento culturale, che è caratterizzato da un nuovo modo di guardare il mondo e l’uomo. La ricchezza di Venezia favorisce lo sviluppo delle arti grazie alla ricchezza dei commerci che gestiva.

Sul fronte culturale Venezia era diventata un importante centro di studi umanistici, grazie sia all’afflusso di studiosi dalle terre bizantine che alle numerose tipografie che pubblicavano i testi classici.

Ma a Venezia ci si interessa anche di archeologia, di botanica e di teologia. Nel Cinquecento si accende un vivace dibattito intorno alla possibilità di conciliare scelte di vita opposte: da un lato il pensiero filosofico e religioso, che invita all’ascesi e alla mediazione, dall’altro la mondanità veneziana che offre un richiamo verso la vita attiva e festaiola.

C’è chi pensa che esista una via di conciliazione tra questi due estremi e chi, invece, ritiene che non sia possibile trovare armonia, tra queste due opposte istanze.

A Venezia si godeva di una libertà maggiore rispetto a quella concessa nelle altre corti italiane; forse per questo molti personaggi illustri soggiornano per lunghi periodi nelle terre della Serenissima. In particolare possiamo trovare nomi importanti del panorama dell’arte pittorica come Jacopo Robusti detto il Tintoretto, Paolo Veronese ma anche Michelangelo.

Le opere più importanti di Gaspara Stampa

Gaspara Stampa muore troppo giovane per veder pubblicate le sue opere. Ci pensa allora la sorella Cassandra che, poco dopo la morte di Gaspara, pubblica tutte le sue rime in un volume dedicato a Giovanni della Casa, l’autore del famoso Galateo, il manuale delle buone maniere.

Gaspara Stampa dedica la maggior parte delle sue opere al suo grande amore: Collalto di Collaltino.

Le rime sono scritte alla maniera del Petrarca e si inseriscono nella corrente poetica del petrarchismo, un fenomeno letterario per il quale si imitavano le poesie scritte dal poeta trecentesco. Francesco Petrarca infatti era da tutti considerato il maestro della poesia amorosa, con le sue forme cesellate e le rime perfette.

Anche Gaspara Stampa si adegua al modello corrente tanto che alcune delle sue poesie ricalcano tanto bene le liriche di Francesco Petrarca da renderle immediatamente riconoscibili.

Ti faccio un esempio.

Il primo verso del primo sonetto del canzoniere del Petrarca recita:

Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono …

Notiamo le differenze, o meglio le somiglianze, col primo verso del primo sonetto del canzoniere di Gaspara Stampa:

Voi, ch’ascoltate in queste meste rime …

Questo è solo uno degli infiniti esempi che si potrebbero fare.

E quando ci si rende conto di questa somiglianza, una domanda sorge spontanea: com’è possibile che sia diventata famosa una poetessa che plagiava le parole delle poesie di Petrarca?

Per rispondere a questa domanda bisogna innanzitutto ricordare che imitare le poesie di Petrarca era prassi diffusa: tutti i poeti per secoli si sono cimentati nell’imitazione delle forme, dei versi e delle rime del canzoniere petrarchesco. Quindi quello che noi oggi definiremmo plagio, allora era quasi come un codice di accesso al mondo della poesia amorosa.

Ma l’originalità di Gaspara Stampa è unica: infatti, se le poesie ricalcano le forme del maestro, queste racchiudono però l’anima di una donna, che affida ai versi i moti del suo cuore. Le sue poesie costituiscono dunque i capitoli di un diario poetico, sono resoconti di un amore vissuto da una donna, sono i versi dell’autobiografia di una fanciulla innamorata.

Inoltre dal suo modo di scrivere sembra di percepire anche la sua formazione musicale. Pare infatti che le sue poesie siano costruite quasi a creare una tessitura melodica che rende più leggera la presenza dei modelli petrarcheschi. C’è una freschezza particolare nelle sue poesie, che sono ricche di graziosa eleganza: sembra quasi di ascoltare melodie orecchiabili, che appaiono subito familiari.

Le Rime

Gaspara Stampa è una donna innamorata. Scrive lettere d’amore e sonetti pieni di passione. Il suo amante però mostra tutta la sua freddezza, le riserva indifferenza.

Ma questo non impedisce a Gaspara di vergare fogli su fogli di rime, sonetti e canzoni, in onore del suo amore. Sono 311 le poesie raccolte nel volume intitolato Rime di Madonna Gaspara Stampa.

Nelle sue liriche la forma che le predilige è quella del sonetto. Si tratta di una forma poetica inventata da Jacopo da Lentini, in quella che è definita la scuola siciliana.

Il sonetto è costituito da:

  • 14 endecasillabi;
  • due quartine e due terzine;
  • le due quartine hanno le stesse rime;
  • le due terzine rimano tra loro.

Il sonetto è la forma più amata dai poeti italiani di tutti i tempi: tutti vi si sono cimentati, almeno una volta.

Nelle sue poesie Gaspara racconta i suoi sogni, le sue speranze e le sue paure.

Il suo amore è ricambiato, lei ha una relazione con Collalto da Collaltino. In un sonetto dice di essersi dichiarata a lui e di esser stata accolta dalle braccia di lui.

Quegli a cui dissi: -Tu solo mi piaci,-

È pur tornato, io l’ho pur sempre presso,

Io pur mi specchio e mi compiaccio in esso,

E ne’ begli occhi suoi chiari e vivaci;

Ma quel giovane non sembra molto interessato né a rendere stabile tale relazione, né a onorare la vena poetica di Gaspara. Inoltre, col passar del tempo è sempre più evidente che lui sia distaccato e lei teme di essere abbandonata da lui. Ecco che allora la gelosia si affaccia nella sua vita.

E tuttavia nel cor mi rode un verme

Di fredda gelosia, freddo timore

Gaspara Stampa nelle sue rime ci dice chiaramente che i due sono amanti, e per questo lei sarà spesso criticata; ma lei non è serena. Sente la precarietà di quella relazione, sente che lui non la corrisponde davvero; è come se ci fosse un’altra donna tra loro. Un confine sottile divide l’amore dal dolore e in lei il dolore è sempre più acceso, sempre più vivo.

In un altro sonetto Gaspara Stampa si rivolge al mondo femminile:

“Piangete, donne, e con voi pianga Amore

Poi che non piange lui, che m’ha ferita”

La donna si strugge d’amore, ma non è ricambiata come meriterebbe; invita quindi le donne a piangere sulla loro sorte e invita anche il dio Amore a piangere con loro. Lui l’ha ferita e questo è un destino comune di molte donne, che sono in balia del volere dell’uomo, del potere del maschio, che non hanno alcuna possibilità di scelta. E allora non c’è altro da fare che piangere, per le donne tradite e rinnegate.

Il suo dolore e i moti del suo animo sono documentati nelle sue liriche, a cui lei si affida. Le poesie sono specchio della sua anima: Gaspara le scrive, poi le legge e quello che era dentro di lei è visibile fuori di lei.

Ma quante volte è successo, nel corso della storia, che una donna potesse esprimere quello che sentiva? La maggior parte delle donne non sapeva scrivere, né leggere, e tutte erano comunque obbligate a tacere.

Solo con la fine dell’Ottocento alcune donne, particolarmente forti e decise, si affacciano sul mondo della scrittura; quindi Gaspara Stampa costituisce una illustre eccezione in questo panorama.

Pensiero e poetica di Gaspara Stampa

Gaspara Stampa si strugge d’amore; ma un giorno, delusa, si stufa e lo lascia. Dopo tanti sonetti, dopo tanto scrivere, lei, donna, coraggiosa, se ne stacca.

Gaspara Stampa è un modello di donna decisamente moderna:

  • non si sposa;
  • ha relazioni con alcuni uomini;
  • viene definita cortigiana (e non è un complimento) ma non se ne cura;
  • manifesta il suo diritto a rimanere libera;
  • scrive sonetti in cui parla di amore e di passione, cosa inaccettabile per una donna del Cinquecento.

Quando chiude la dolorosa relazione con Collaltino, relazione che aveva suscitato la riprovazione del suo mondo, Gaspara ha neppure l’ardire non soffrire in silenzio, ma osa, addirittura, dichiarare che un nuovo amore è apparso nella sua vita: sono ben 14 i sonetti che Gaspara Stampa dedica all’amore per Bartolomeo Zen.

Fioccano le critiche su di lei ma Gaspara non se ne cura. Vive la sua vita in pienezza, orgogliosa di amare ma senza vergognarsi di soffrire.

Poi improvvisamente si ammala: soffre dolori terribili per due settimane, poi muore: che sia stata avvelenata? Che si sia tolta la vita? Il dubbio è destinato a restare insoluto, ma a quel tempo qualcuno se lo era davvero domandato.

Di lei parlarono in molti: alcuni bene, altri male. Quello che possiamo sicuramente dire è che Gaspara Stampa fu una donna straordinaria per i suoi tempi, nel senso che era fuori dall’ordinario. Se fosse nata secoli dopo, probabilmente non avrebbe dato scandalo, ma forse non sarebbe neppure diventata famosa.